Gratitudine per miracoli collettivi, racconti di reliquie portate da lontano e poi perse in un incendio,  desiderio di autonomia rispetto alle pievi dominanti: la storia delle chiese valcolverine non cessa di presentare episodi interessanti e poco noti. Anche le numerose chiesette minori e i capitelli votivi sparsi un po' ovunque nascono da una forte esigenza devozionale, ma devono talvolta la loro esistenza ad episodi singolari.  Come quello della scelta del  sito per la costruzione dell'oratorio di San Floriano in Crociera, indicato, pare, nientemeno che da un gregge di pecore...

clicka per ingrandire l'immagine e per ascoltare le campane CHIESA SS.FOSCA E MAURA FRISANCO  Testimoni di una radicata religiosità, le chiese ma anche i numerosi capitelli votivi nascono ognuno da un particolare episodio di devozione alle spalle.  A partire dalle due chiese parrocchiali di SS. Fosca e Maura a Frisanco e di S.Nicolò a Poffabro, fulcri della fede valcolverina, eppure strutturalmente così differenti.  Entrambe poste nel cuore dei paesi, sono intima e raccolta quella frisanchina,  imponente e dominante quella poffabrina.  La chiesa intitolata alle martiri ravennati Fosca e Maura, separatasi dalla pieve di San Remigio di Fanna a inizio Seicento,  risale certamente a prima del 1492: lo si desume dalle note dell'archivio parrocchiale, dove "pievani et camerari" annotano con la massima precisione possibile i lasciti, facendo riferimento all'esistenza di un messale "vetero",  antecedente a quella data.  Certo è che molto venne perduto nel terribile incendio del 1606, che distrusse gran parte del paese oltre all'archivio, e dove scomparvero le reliquie delle sante che erano giunte a Frisanco da Torcello.

clicka per ingrandire l'immagine Il legame con la Serenissima non era dunque, di puro dominio e sfruttamento (del legname e delle resine prodotte in Val Colvera), ma anche devozionale.  La chiesa venne ricostruita, rispettosa della pianta già esistente  di cui si ricordavano i particolari, come la presenza di tre altari e delle finestre a mezzaluna.  Le venne annesso in un secondo tempo un piccolo cimitero, riparato da un terrapieno.  Fu arricchita nel corso dei secoli con altari barocchi in marmo e affreschi sul soffitto (del fine Seicento-inizio Settecento i primi, più verosimilmente di inizio Ottocento gli affreschi).  Le decorazioni rappresentano oltre alle sante Fosca e Maura anche gli Evangelisti e un'incoronazione della Vergine: in verità comuni a molte chiese friulane e  di medio valore artistico, sono però decisamente gradevoli. Ma quella che forse è l'impronta di maggiore impatto visivo è la sagoma del suo campanile, modificata con l'aggiunta della guglia (la "pigna") nel 1901, che la rende caratteristica e riconoscibile e particolarmente amata dai fedeli.

clicka per ingrandire l'immagine e per ascoltare le campane CHIESA S.NICOLO' POFFABRO S. Nicolò a Poffabro è prima di tutto un "segno", la traccia di un'innegabile e forte fede: le sue dimensioni, anomale rispetto a quelle del resto degli edifici del paese e la maestosa facciata bianca sormontata da un mosaico che raffigura il santo patrono,  parlano di centinaia di fedeli che la frequentavano con assiduità. Fortunatamente l'archivio parrocchiale è ricco di libri di spese e rendiconti che ne rendono facile la datazione.  Nel secolo XIV già esisteva un piccolo edificio, costruito a detta dei camerari sopra un analogo luogo di culto preesistente. Il sito, sopraelevato rispetto alla piazza, era stato dunque scelto fin dalla nascita del primo nucleo abitativo di Poffabro: e ciò è testimoniato anche dal ritrovamento di scheletri sotto al pavimento della chiesa, probabilmente i resti dei primi sacerdoti che l'ebbero in cura.  Nell'archivio vescovile di Concordia, poi, si conserva un documento che narra della visita del Vescovo il 18 settembre 1587 alla chiesa di "S.ti Nicolai di villa Pofavru", all'epoca ancora sotto la pieve maniaghese (da cui si separò nel 1663).  Della visita rimangono gli "ordini" che il presule impartì: l'ampliamento dell'altare e delle chiese, l'imbiancatura dell'edificio, la necessità di maggiore illuminazione.  La fisionomia attuale della chiesa si delineò già a fine Seicento, ma fu spesso oggetto di restauri e rifacimenti riportati con la massima precisione nei registri, a causa  di frequenti scosse di "taramoto".  Da Concordia giunsero anche calici, lampade e perfino collane in vetro per la Madonna, che andarono ad aggiungersi agli sforzi sostenuti dalla popolazione che si autotassò per l'acquisto degli arredi e paramenti.  Grandi nomi della pittura e dell'architettura diedero, in tempi diversi, il loro contributo: la portella del tabernacolo fu dipinta nientemeno che da Gian Antonio Guardi (ora è conservata nel museo della curia a Concordia), della facciata se ne occuparono i famosi archtetti Raimondo e Girolamo D'Aronco e buona parte delle straordinarie sculture in legno si devono a Giacomo Marizza, poliedrico artista locale, celebrato anche da Armando Pizzinato in un suo volume fotografico "Poffabro luogo magico".

Oltre alle  parrocchiali sono senz'altro degni di una visita anche le chiese di Sant'Osvaldo a Casasola, e della Madonna della Stangjada, nei pressi di Frisanco; imperdibili, infine, anche per la posizione panoramica,  il santuario della Beata Vergine della Salute a Pian Delle Merie, la chiesetta di Sant'Antonio in località Lunghet, l'oratorio di San Floriano situato proprio in mezzo principali centri abitati della valle e infine la chiesetta di Villa santa Maria.
clicka per ingrandire l'immagine e per ascoltare le campane Sant'Osvaldo: autonoma dalla chiesa di Poffabro dal 1751, la piccola chiesa  che delimita la piazzetta è ben inserita nella bella frazione di Casasola, sia per la dimensione che per il materiale con cui è stata edificata  (pietra rigorosamente locale).  Consacrata a Sant'Osvaldo, un santo invocato dai fedeli in modo particolare nei casi di peste, la curazia venne retta nei primi decenni da cappellani locali (tutti provenienti dal ceppo originario della famiglia dei Rosa). Seppur priva di arredi o decorazioni di pregio, conserva  un interessante archivio, su cui sono annotate con estremo scrupolo anche le cause di morte dei fedeli casasolini nei secoli passati.  Nel 1986 fu aggregata alla parrocchia di Frisanco - che dal 2000 forma un'unica parrocchia con Poffabro.
clicka per ingrandire l'immagine e per ascoltare le campane La Madonna della Stangjada: a poca distanza da Frisanco, su una piccola altura, sorge la pittoresca chiesetta della Stangjada.  L'archivio parrocchiale data la costruzione tra il 1861 e il 1863; il campanile venne aggiunto solo una decina di anni dopo. Non è chiara la scelta del nome del santuario: "stangja", stanga, potrebbe voler richiamare l'idea di recinto.  Certo è che questa Madonna gode in Val Colvera di una grande devozione, e la chiesetta per la sua particolare posizione è spesso scelta  da coppie che vengono anche da lontano per celebrare qui il proprio matrimonio.
clicka per ingrandire l'immagine Sant'Antonio del Lunghet: poco si sa di questa graziosa chiesetta sulla riva del Muiè, tra la località Crociera e Casasola. Negli archivi parrocchiali si riporta la lunga lista di fedeli emigrati in Colorado, che contribuirono alla sua realizzazione, databile verso la fine del 1800.   Chiusa al pubblico, merita comunque uno sguardo, anche dalla strada provinciale Frisanco-Meduno.

 

il Santuario della Beata Vergine della Salute a Pian Delle Merie, a un paio di chilometri da Poffabro, colpisce chiunque si diriga verso Andreis attraverso la Pala Barzana.  Posta  all'alto di una rupe,  fu fortemente voluta dalla popolazione di Pian Delle Merie, decimata dal colera. Come ricorda una pietra d'angolo, i lavori ebbero inizio il 2 settembre 1873, per assolvere ad un voto: Pian Delle Merie aveva perso ben venticinque persone a causa dell'epidemia e scelse l'aspro "Ciucul da La Lastra" (un colle sotto un lastrone di pietra del monte Raut) per erigere, sotto le precise indicazioni della Madonna della Salute apparsa - si narra - in forma di colomba, questo luminoso santuario dalle pulite linee neoclassiche.
San Floriano: la leggenda vuole che fosse un gregge di pecore a scegliere la località Crociera come luogo esatto dove questo oratorio doveva essere eretto. Semplice capitello dedicato originariamente ai SS. Floriano e Antonio Abate, coi successivi rimaneggiamenti l'oratorio venne abbellito con le alte finestre ad ogiva (XV sec.) ed ampliato con l'aggiunta del portico coperto (di data incerta). Col tempo perse  l'intitolazione a S. Antonio.  Oggetto di ripetuti restauri, anche negli arredi interni, vi si celebra in estate una speciale messa per i turisti.
Infine, la chiesetta di Villa Santa Maria: su un poggio con ampia vista su tutta la valle, (a 600 metri di altitudine) da poco fa parte del complesso che ospita il monastero delle suore benedettine, che la aprono al pubblico in occasione della messa pomeridiana.

Anna Vallerugo

 

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